I Computer quantistici sono il futuro dell’informatica e non solo. Ma funzionano veramente? 

Ha provato a rispondere a questa domanda Maurizio Ferrari Dacrema, ricercatore del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano, nel seminario di chiusura del Ciclo Math Seminars: the Human Intelligence, svelando La magia dei Computer Quantistici.

Da un lato, il computer quantistico può essere davvero considerato un oggetto “magico”, perché attraverso l’utilizzo del qubit, unità fondamentale d’informazione dei computer quantistici che sfrutta le proprietà di sovrapposizione degli stati (superposition) e di correlazione quantistica (entanglement), è in grado di accelerare la risoluzione di problemi che attualmente, con i computer classici, richiedono un tempo di calcolo troppo elevato. Dall’altro lato, però, il qubit è un oggetto estremamente delicato, che deve operare a temperature bassissime, prossime allo zero assoluto, per evitare interazioni non desiderate tra le particelle microscopiche e l’ambiente esterno. 

La tecnologia dei computer quantistici è quindi una sfida verso nuovi orizzonti e nel prossimo futuro aprirà la strada a tanti tipi di applicazioni, dall’intelligenza artificiale alla tutela del benessere umano e dell’ambiente.